Seleziona un distretto:
Chemioterapia.
Non vi è evidenza che la aggiunta della chemioterapia alla radioterapia migliori la prognosi di queste malattie, nonostante tutto è in aumento l’abitudine di trattare questa malattia come altri tumori dell’encefalo ad alto grado.
La chemioterapia prevede la somministrazione di farmaci, per via orale od endovenosa; può esere somministrata insieme alla radioterpaia, dopo la radioterapia o nel momento in cui la malattia progredisce dopo il primo approccio terapeutico.
Il farmaco maggiormanete utilizzato e più efficace è la Temozolomide. La modalità di somministrazione varia a seconda della fase della malattia in cui viene somministrata e delle condizioni generali del paziente.
Il farmaco deve essere assunto tutti i giorni durante la radioterapia e dopo la fine della radioterapia 5 giorni ogni 28 giorni per almeno 6 cicli.
È un farmaco che si somministra per bocca e che solitamente non da molti disturbi. Come effetti collaterali questo farmaco può determinare nausea o vomito, debolezza generale e un'alterazione degli esami del sangue (riduzione delle piastrine e alterazione delle funzionalità del fegato) che normalmente regredisce alla sospensione del trattamento.
Al momento in cui la malattia si ripresenta dopo la prima terapia ("Seconda linea") è possibile utilizzare anche altri farmaci quali la fotemustina, il CPT11 che vengono però somministrati in vena.
È possibile utilizzare, ancora però a livello del tutto sperimentale e cioè soltanto all'interno di studi clinici controllati, anche farmaci, definiti molecolari.
Per saperne di più
Questi farmaci hanno la capacità di distruggere le cellule neoplastiche attaccando alcune sedi vitali specifiche del tumore (ad esempio riducendo la quantità di vasi sanguigni che nutrono il tumore). Possono essere utilizzati in aggiunta al trattamento standard (radioterapia e chemioterapia temozolomide).
Essendo ancora in corso di sperimentazione non è possibile definire con certezza quali sono i possibili effetti collaterali.