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La radioterapia usa le radiazioni ionizzanti per trattare la sede dove era la malattia prima dell'intervento chirurgico e si esegue tutti i giorni, escluso il sabato e la domenica.
La radioterapia, usando radiazioni ionizzanti, ha come obiettivo principale quello di ridurre la probabilità e la velocità di ricrescita locale della malattia. Le evoluzioni delle tecniche di radioterapia consentono di raggiungere questo obiettivo risparmiando il più possibile i tessuti sani localizzati intorno alla malattia e non a rischio di essere coinvolti dalla malattia stessa.
La radioterapia segue sempre il trattamento chirurgico di un tumore ad alto grado. Nei casi in cui non è possibile l'intervento chirurgico, è il trattamento di prima scelta.
La radioterapia è associata alla maggior parte dei casi alla chemioterapia con un farmaco che si assume per bocca e che si chiama Temozolomide. La chemioterapia che può eseguire durante e/o dopo la radioterapia stessa, con schemi e modalità di somministrazione che tengono conto delle caratteristiche della malattia e del paziente.
L'inizio del trattamento radioterapico è pianificato in base alla guarigione della ferita chirurgica, alla radicalità della chirurgia e alle caratteristiche della malattia ed in genere non è mai prima di 4-6 settimane dopo l'intervento.
In base all'esame istologico, alle condizioni cliniche e all'età del paziente la radioterapia può essere erogata in un minimo di 10 fino ad un massimo di sedute.
Gli effetti collaterali transitori del trattamento radiante possono essere i seguenti:
Per evitare l'insorgenza di questi sintomi e/o per ridurne l'entità viene solitamente precritta una terapia di supporto molto spesso efficace.